I RAGAZZI DI SESSANT’ANNI
di Caterina Guttadauro La Brasca. L’Università di Berna, tramite una ricerca condotta su 165.000 persone, ha constatato che a 60 anni si raggiunge il massimo della stima di sé, un’età in cui tanti non si accettano perché la identificano con il corpo che, inevitabilmente, comincia a mostrare segni di invecchiamento.
Tutto dipende da come si vivono i propri anni. Lasciamo ai giovani le eccentricità e la voglia di stupire, creiamoci uno stile adeguato e impariamo ad amarci.
Non è un caso che quest’anno la sfilata di Dolce & Gabbana è stata un inno ai 60 anni, sulla passerella hanno sfilato Isabella Rossellini, Monica Bellucci, Carla Bruni, Maye Musk, esibendo con disinvoltura anche le rughe, i segni del tempo come un patrimonio arricchente della propria età. Quindi va da sé che l’accettazione del proprio valore non deve essere legata solo al corpo bensì a tutto ciò che il tempo ci ha regalato come esperienze, valori, traguardi, delusioni etc. Questa età tanto temuta è l’età della responsabilità e dell’indipendenza perché assomma la realizzazione in ogni campo, come quello familiare e lavorativo. Non ci sono segreti, occorre far pace con noi stessi, perdonarsi e perdonare per eliminare frustrazioni e rimorsi e accettarsi per come si è.
E’ anche vero che l’autostima ha radici lontane, si costruisce nei primi 10 anni di vita e la famiglia ha un’incidenza notevole nel far crescere i figli con un buon giudizio di sé. E’ un percorso che talvolta non viene assolto dai genitori, ovviamente non per indolenza ma perché, a loro volta, non l’hanno acquisito in famiglia.
Pertanto, è un processo a cui si deve lavorare sempre, cercando sostegno nella qualità dei sentimenti, quali l’amicizia, l’amore, le sane conoscenze e occupando il tempo libero con attività creative per dare respiro alla mente. Ogni giorno dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sui nostri punti di forza, non fare paragoni o gare con altri, perché è la diversità che ci rende unici.

Bisognerebbe, però, venire a patti con pregiudizi, con i propri limiti, con le proprie paure, con gli insuccessi.
Diceva Rita Levi Montalcini: “Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”. Un libro consigliato è Come rinforzare l’autostima (Ananke Editore) dello Psicoterapeuta Alfredo De Marinis.
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