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mercoledì 8 maggio 2019

Incontriamo la scrittrice Caterina Guttadauro La Brasca. “Scrivo sempre con l’intento di dare a chi legge la possibilità di trovare in quelle pagine una sua verità”


Caterina Guttadauro La Brasca
Caterina Guttadauro La Brasca, una siciliana trapiantata a Bologna da 42 anni, sposata, è madre di una figlia medico psicoterapeuta. In una stagione della vita in cui, di solito, si tirano i remi in barca, lei comincia a scrivere di narrativa. Parla di sentimenti, di costume, di tradizioni e soprattutto di donne. I suoi libri: La Barriera invisibile, Silenzi d’amore, La Vita appesa ai muri, La voglio gassata. Libri pluripremiati, due premi per tutti: Il Premio alla Cultura a Parigi e la Medaglia del Senato della Repubblica Italiana. Leggerla è vivere le sue origini, quindi la sua sicilianità.
Quali messaggi contengono i tuoi libri?
Non credo di essere autoreferenziale se dico che i miei libri raccontano la vita, perché questo sono l’amore, il dolore, la morte, l’amicizia, la maternità, la malattia. Scrivo sempre con l’intento di dare a chi legge la possibilità di trovare in quelle pagine una sua verità.
C’è un libro al quale ti senti più legata e perché?
Per ovvi motivi La barriera invisibile perché c’è profumo di Sicilia in ogni sua pagina, c’è il mio vissuto, ci sono tante barriere che mi hanno rubato tanta vita ma che mi hanno anche dato l’opportunità di conoscermi e diventare più forte. Si, perché tutto, anche il dolore ha una sua positività.
Hai scritto: “I libri sono come i figli, li facciamo ma non ci appartengono, sono di tutti perché ognuno trova in essi la sua verità”… 
Penso che sapere scrivere sia un dono e che siamo fortunati ad averlo ricevuto. Proprio per questo abbiamo una grande responsabilità, perché con le nostre parole veicoliamo dei messaggi che possono essere non capiti o addirittura fraintesi. Uno scrittore non giudica, racconta e poi regala ciò che scrive. Come dice Alda Merini, tratteniamo per noi i sentimenti da cui sono scaturite quelle opere. Il mio ultimo libro “La voglio gassata” è un libro solidale che racconta una storia vera, di una donna, oggi mia cara amica, che ha affrontato per ben due volte il cancro e lo ha sconfitto. Il Prof. Mandelli mi ha dato l’onore di apporre il Logo nazionale dell’A.I.L. sulla copertina per il messaggio positivo del libro. Ecco cosa mi piace, aiutare chi è in difficoltà a non smarrire i suoi sogni.
Che ruolo hanno  avuto i libri nella tua vita?

Caterina
Il ruolo che hanno sempre: formativo. I libri sono, a parer mio, una finestra sul mondo, sono un’occasione da cogliere per conoscere, comprendere e comunicare.  
Qual è il primo libro che hai letto?
“Piccole Donne” della Alcott. Mi schiuse le porte dell’universo femminile, mi incontrai per la prima volta con il valore della solidarietà, i rapporti tra sorelle, il dolore della malattia e della perdita, il dramma della guerra, la volontà di essere utili e di aspettare un padre che forse non tornerà. In un parola conobbi il senso di “Famiglia”.
Quando inizia la tua passione per la scrittura?
Forse è nata con me. Fin da piccola ho amato lo studio e, quindi, la scuola. Prediligevo le materie letterarie ed eccellevo in latino, italiano e filosofia. Feci le superiori a Termini Imerese, le Magistrali presso il Collegio di Maria e, avendo superato l’esame di ammissione, entrai a Palermo nella Facoltà di Storia e Filosofia. Non mi laureai perché i miei genitori ritenevano la città un luogo di continue tentazioni, soprattutto per una ragazza piacente e di buona famiglia. E’ il caso di dire che sono stata, con mio grande dolore, tradita dalla bellezza e dalla nobiltà.
Qual è il ruolo dello scrittore nella società di oggi?
Quello di sempre, di comunicare, di non smarrire mai la curiosità che è il carburante della mente, di essere onesto con se stesso e di non cedere a nessun compromesso.
Cos’è L’Anfora di Calliope? 
L’Anfora di Calliope è un Concorso Letterario giunto, quest’anno, alla quinta edizione, adesso Internazionale. Prende nome dalla Musa della Poesia Epica, Calliope appunto, come sa chi ha fatto  studi classici. La Premiazione si svolge ad Erice, il Bando in questo momento è aperto; la Poesia è declinata in tutte le sue forme, anche quelle dialettali. Il suo ideatore ed organizzatore è Giuseppe Vultaggio, Poeta Trapanese di talento. Io sono stata e lo sono, anche per questo anno, la Presidente di Giuria e mi fa piacere avere contribuito alla sua crescita qualitativa, soprattutto nei contenuti. Diamo la possibilità a chi scrive di misurarsi con gli altri e di veicolare le proprie emozioni. Il nostro successo più grande è la gratitudine manifestata dagli Autori stessi per aver ben curato le loro opere e averli fatto sentire a loro agio.  Dallo scorso anno abbiamo aggiunto altri tre giorni di presentazioni di libri nelle Scuole di Trapani e nelle biblioteche. Ci piace coinvolgere i giovani ed invogliarli  ad imparare perché, non dimentichiamo, essi sono il nostro futuro.

Perché in Italia i premi  letterari vengono assegnati sempre alle stesse Case Editrici più importanti?
Perchè, come succede quasi sempre, il riconoscimento viene associato al potere. Così ci sono tantissimi scrittori, i cui scritti vivranno in un cassetto e altri che, sostenuti adeguatamente, si affermeranno e magari entreranno nella storia della Letteratura.
Sei nata in Sicilia ma vivi a Bologna cosa ti manca della Sicilia?
Bologna è, come tante altre, una città le cui bellezze sono a portata di occhi e di penna. E’ una città che ha conservato il sapore del paese, questo la rende aperta a tutti. E’ una città molto vissuta perché offre molto soprattutto in ambito culturale, sociale ed universitario. Non trascura le categorie più deboli ed è ricca di iniziative aperte anche ai meno abbienti. Oggi non saprei vivere altrove.  La Sicilia è dentro di me, è la mia infanzia, la mia giovinezza, le strade acciottolate, il profumo del pane caldo, il sapore del brodo della domenica, il primo amore, il viso di mio padre, l’abbraccio di mamma che mi rimboccava le coperte, la voce del lattaio che mungeva le capre davanti l’uscio del palazzo… Sono le mie radici che non smarrirò mai e che dovunque io sia andata mi hanno fatto sentire una trapiantata.
Riavvolgendo il nastro della tua vita: rifaresti le stesse scelte che hai fatto?
Molte si, ma non tutte. L’importante è averle vissute e fatto patrimonio della nostra storia personale. Mio padre, ricordo, diceva: Si dovrebbe nascere due volte trascurando il fatto che si farebbero comunque errori diversi dai precedenti.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?



Sto scrivendo, assieme a mio marito, un libro che è una via di mezzo tra il romanzo ed il saggio. Narra la storia di 4 fratelli, dispersi dai venti della guerra nel mondo, delle loro famiglie , della loro capacità di aver servito la Patria con onore  e salvato i legami profondi di una Famiglia fortemente voluta. La Storia umana e politica quindi che ha cambiato i destini del mondo, ma nulla ha potuto sull’Amore, ingrediente fondamentale che fa vedere nell’altro il fratello e non il nemico.

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